29 Mar

Giovani sbronzi così per sballo


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Giovani sbronzi così per sballo. La moda del binge drinking dilaga nelle discoteche.
Allarme alcol a soli 11 anni

 

Una generazione da “sballo” in continuo allarme rosso. Ma la notizia che i ragazzi bevono non è di certo una novità. Lo fanno oggi. Lo facevano ieri. E probabilmente continueranno a farlo. Il vero problema è che l’alcol-dipendenza è una piaga sociale devastante che richiede una continua attenzione, soprattutto per le conseguenze sanitarie che ne derivano. Una vera e propria “generazione alcol”, costituita da adolescenti che consumano il loro primo bicchiere già tra gli 11 e 13 anni. Ragazzi che bruciano le tappe per dimostrare indipendenza e stili di vita da grandi. Il risultato deleterio è quello di giovanissimi che cercano lo sballo del sabato sera, consumando dai due ai quattro drink in discoteca per farsi accettare dai coetanei.

I DATI
L’ultima relazione del ministro della Salute, trasmessa al Parlamento, fa emergere gli allarmanti dati Istat: il 63% dei giovani – dagli 11 anni in su – ha consumato almeno una bevanda alcolica, con prevalenza notevolmente maggiore tra i maschi (76,6%) rispetto alle femmine (50,2%). Inoltre, secondo la Società italiana di medicina dell’adolescenza, da una parte si beve per “essere accettati dal gruppo” (nel 47,6% dei casi), mentre nel 47,5% dei casi per divertirsi. Tra i comportamenti più allarmanti però c’è il cosiddetto “binge drinking”, ovvero il consumo di almeno sei bicchieri di alcolici in una sola occasione. In altre parole, bere fino all’essere ubriachi, perdendo cosi ogni concezione della realtà. Il bicchiere è diventato uno strumento di socializzazione durante gli aperitivi, feste e soprattutto nel fine settimana.

I MODELLI
Se per colpa dei film degli Anni Cinquanta i giovani di allora hanno imparato a fumare oggi non basta togliere la cronaca nera da Domenica In per tutelare le fasce protette. Occorre intervenire pure sugli spot di alcolici e aperitivi.

fonte:  lanotiziagiornale.it – di Virginia Spinelli Giordano

4 Feb

Alcol e Giovani


IL CONSUMO DI ALCOL E’ DILAGANTE, SEMPRE PIU’ A RISCHIO LA SALUTE DI GIOVANI E GIOVANISSIMI.


Chi fa abuso di alcol ha sempre meno anni e non beve abitualmente, bensì è incline al «binge drinking », l’equivalente liquido di un’abbuffata episodica ma ricorrente

Fino a non molto tempo fa quando si pensava all’alcolista veniva in mente il cliché del vecchio dalla barba sfatta e afflitto dalla cirrosi. Oggi tutto è diverso. «Adesso chi beve non è quasi mai considerato uno “perso”, un “drop out”, ma piuttosto un tipo “giusto”, uno che “spacca” come dicono i giovani — esordisce Emanuele Scafato, presidente della Società italiana di alcologia e direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità —. E sono proprio i ragazzi ( ai quali, è bene ricordarlo, l’alcol non dovrebbe essere venduto) ad aver cambiato la complessità del “mondo liquido”. Non solo si incomincia a bere alcolici a un’età sempre più precoce, ma si è consolidata una modifica sostanziale del modello del bere. Il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che giungono nei Pronto Soccorso si registra tra i ragazzi, spesso minori, perfino di soli undici, dodici anni, vittime del «binge drinking», il corrispondente alcolico dell’abbuffata episodica ma ricorrente».
La quantità di alcol consumata tra i 16 e i 25 anni influisce sullo sviluppo del cervello dell’adulto.  Continue reading